venerdì 20 aprile 2012
LA GIOIA DI SCRIVERE di WISTAWA SZYMBORSKA
Elogio dei sogni
In sogno
dipingo come Vermeer.
Parlo correttamente il greco
e non soltanto con i vivi.
Guido l'automobile
che mi obbedisce.
Ho talento
scrivo grandi poemi.
Odo voci
non peggio di autorevoli santi.
Sareste sbalorditi
del mio virtuosismo al pianoforte.
Volo come si deve,
ossia da sola.
Cadendo da un tetto
so cadere dolcemente sul verde.
Non ho difficoltà
a respirare sott'acqua.
Non mi lamento:
sono riuscita a trovare l'Atlantide.
Mi rallegro si sapermi sempre svegliare
prima di morire.
Non appena scoppia una guerra
mi giro sul fianco preferito.
Sono, ma non devo
esserlo, una figlia del secolo.
Qualche anno fa
ho visto due soli.
E l'altro ieri un pinguino.
con la massima chiarezza.
Questa poesia è della poetessa polacca Wistava Szymborska, premio Nobel per la letteratura del 1996 e mancata proprio quest'anno.
Ieri sera al Circolo dei lettori c'era una serata dedicata a lei: un'attrice dalla voce incantevole ha letto molte sue poesie, tutte si comprendono immediatamente, hanno parole semplici e profonde che entrano nel cuore.
Poi un poeta polacco che è stato suo amico per molti anni ci ha descritto il carattere ironico e allegro di questa piccola donna schiva di mondanità che odiava i festival di poesia e rifuggiva dagli onori.
.
Quando vinse il Nobel molti si erano stupiti e hanno ironizzato su questa perfetta sconosciuta polacca ma dopo il prestigioso premio la sua fama si è sparsa in tutto il mondo ed è attualmente tradotta in quasi tutte le lingue.
Tema della sua poesia è all'apparenza la quotidianità del mondo reale "i più intimi, i più semplici legami tra gli uomini, l'erotismo e l'amore domestico, l'album con le foto di famiglia, una scenetta alla stazione, una gita all'estero, un quadro, una visita all'ospedale.
un mondo però,dietro cui si nascondono altri mondi possibili, quelli immaginati e i non mondi.
La sua frase all'atto del conferimento del premio Nobel :"" Il mondo, qualunque cosa noi ne pensiamo, spaventati dalla sua immensità e dalla nostra impotenza di fronte ad esso, amareggiati dalla sua indifferenza, qualunque cosa noi pensiamo dei suoi spazi attraversati dalle radiazioni delle stelle..questo mondo è stupefacente.
VERMEER
Finchè quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo
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