Sono andata a visitare la mostra del pittore Edgar Degas che è a Torino presso la Promotrice delle Belle arti al Valentino.
Abbiamo avuto una guida molto brava, una signorina che ci ha fatto veramente entrare nei quadri, spiegandoci il momento in cui fu dipinto, il senso , il colore, la tecnica usata.
Degas è conosciuto come il pittore delle ballerine, ma ha dipinto anche altri meravigliosi quadri con soggetti diversi, tra cui splendido quello intitolato "La famiglia Bellelli" Oggi il quadro si trova al Louvre ed è una delle glorie del museo.
Ritrae una zia con il marito e due bimbe che Degas conobbe durante un viaggio a Napoli nel 1856.
Poi ci sono ritratti di donne riprese in momenti e pose familiari, come la stiratrice, donne che fanno il broncio, che si lavano nelle tinozze, che si asciugano,si massaggiano,si pettinano o si fanno pettinare.
Non sembra che queste persone stiano posando nello studio di un pittore: sono state colte di sorpresa nelle loro case e Degas si sforza di suggerire l'atmosfera delle cose che le circondano.
Egli non fece mai un ritratto su commissione; il primo requisito per la sua arte era la simpatia tra l'artista e il suo modello.
Quando incominciò a frequentare i teatri amò subito dipingere le piccole ballerine nei momenti più strani, quando si stiracchiano, sbadigliano , si grattano la schiena, quando sono stanche e si abbandonano su una sedia .
Lo sforzo e la noia divennero i suoi temi preferiti.
Lo divertiva l'ironia dei costumi evanescenti e leggeri che coprivano le forme scarne e muscolose dei "rats" di Parigi, quelle ragazzine denutrite che le famiglie costringevano a orari inumani per pochi soldi al giorno.
Esposta c'è anche una famosissima statua di una ballerina quattordicenne con il tutù in vero tulle che fece a suo tempo grande scalpore. Degas costruiva le sue statuine in cera, nel suo studio ne lasciò decine; soltanto dopo anni dalla sua morte si tentò di trasformarle in bronzo e molte andarono distrutte. Sono rimaste quelle dell'ambiente dei cavalli e delle donne in pose strane che ancora oggi hanno un grande fascino e che l'artista continuò a fare in cera anche quando divenne completamente cieco.
Divenne estremamente scorbutico e pensava di non aver fatto nulla di bello nella sua vita!
Morì nel 1917, durante la guerra: disse ad un amico che non voleva alcuna orazione funebre. "Se ce ne deve essere una, Lei si alzi e dica "Amò appassionatamente il disegno e anch'io lo amo" E poi vada a casa".
Quando incominciò a frequentare i teatri amò subito dipingere le piccole ballerine nei momenti più strani, quando si stiracchiano, sbadigliano , si grattano la schiena, quando sono stanche e si abbandonano su una sedia .
Lo sforzo e la noia divennero i suoi temi preferiti.
Lo divertiva l'ironia dei costumi evanescenti e leggeri che coprivano le forme scarne e muscolose dei "rats" di Parigi, quelle ragazzine denutrite che le famiglie costringevano a orari inumani per pochi soldi al giorno.
Esposta c'è anche una famosissima statua di una ballerina quattordicenne con il tutù in vero tulle che fece a suo tempo grande scalpore. Degas costruiva le sue statuine in cera, nel suo studio ne lasciò decine; soltanto dopo anni dalla sua morte si tentò di trasformarle in bronzo e molte andarono distrutte. Sono rimaste quelle dell'ambiente dei cavalli e delle donne in pose strane che ancora oggi hanno un grande fascino e che l'artista continuò a fare in cera anche quando divenne completamente cieco.
Divenne estremamente scorbutico e pensava di non aver fatto nulla di bello nella sua vita!
Morì nel 1917, durante la guerra: disse ad un amico che non voleva alcuna orazione funebre. "Se ce ne deve essere una, Lei si alzi e dica "Amò appassionatamente il disegno e anch'io lo amo" E poi vada a casa".
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