Signore, fà che io sia del mio tempo e non della mia età.
Che non mi affezioni alle idee come un avaro al suo gruzzolo.
Ma ne controlli, frequentemente, la validità e, soprattutto,
ne assicuri costantemente la "convertibilità".
Aiutami a non prendermi troppo sul serio.
A sorridere dei miei successi come dei miei fiaschi.
Fammi guardare con simpatia a ciò che fanno gli altri,
specialmente se tentano qualcosa a cui io non avevo mai pensato,
oppure si avventurano in territori dove io non mi sono mai arrischiato.
Che sappia comprendere più che giudicare.
Apprezzare più che condannare.
Incoraggiare più che diffidare.
Fà che resista alla tentazione di "raccontarmi".
Fammi capire che è importante ciò che faccio oggi,
non ciò che ho fatto dieci anni fa.
E gli altri hanno diritto di avere da me ciò che sono,
non ciò che sono stato.
Signore, impedisci che faccia l'abitudine a me stesso.
A quel me stesso solito che conosco anche troppo bene
e che ormai tendo ad accettare o sopportare
come si accetta o sopporta un vecchio conoscente.
DEVO "sorprendermi".
DEVO obbligarmi, ogni giorno, a riconoscermi nuovo,
diverso, inedito.
DEVO impararmi "sconosciuto"".
DEVO accettarmi "altro".
DEVO esplorarmi al di là dei confini abituali.
DEVO accogliermi inaspettato.
DEVO frequentarmi insolito.
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